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Nessuna strana scoperta sulla vita di Afrodite, Dea della bellezza e dell’amore passionale.

Nessun viaggio con l’amante Ares (Marte).  Nessun pellegrinaggio pro divorzio dal marito Efesto (Vulcano).

 

Semplicemente oggi vi parlo delle Saint Jacques, le capesante o cappesante, pettini di mare, conchiglie di San Giacomo che dir si voglia.

Innanzitutto sapete perchè questi bivalve sono associati a San Giacomo? Non è per la golosità del Santo, nè per un’indigestione di molluschi o miracoli vari: sono il simbolo del pellegrinaggio verso Santiago de Copostela (del Campo della Stella) la città della Galizia che ospita le spoglie di San Giacomo il Maggiore apostolo di Gesù. Questa la leggenda:

San Giacomo, dopo aver predicato in Spagna rientrò a Gerusalemme, e fu ucciso.

A seguito di ciò, i suoi seguaci vollero riportare i resti mortali del martire in Spagna, e così fecero, a bordo di un vascello alla cui guida stava un angelo. Il vascello miracoloso costeggiava la Galizia, all’estremità nord-ovest della Spagna, allorché giunse in vista di un corteo nuziale che percorreva una stradina che costeggiava la spiaggia. Il cavallo dello sposo, probabilmente spaventato dall’essere soprannaturale che conduceva il vascello, ebbe uno scatto e cadde in mare con il suo cavaliere.

Ma, per evento miracoloso, entrambi emersero sani e salvi senza neppure bagnarsi, completamente ricoperti da conchiglie di Pecten. Il miracolo fu attribuito a San Giacomo, di cui appunto la conchiglia del Pecten divenne simbolo e porta il nome: Pecten Jacobaeus.

Ma andando a fondo risulta che la Capasanta è ancor più di questo, è infatti:

  • simbolo di Venere, che vi nasce all’interno come descritto dal celebre quadro del Botticelli – da qui il titolo del post
  • simbolo della società petrolifera Shell
  • si trova nello scudo araldico di Papa Benedetto XVI
  • simbolo della Contrada del Nicchio di Siena
  • simbolo della Nobile Contrada di San Bartolo di Monselice (Padova)

Troppo per una conchiglia? No, non basta! Perchè, ovviamente, è anche molto gustosa. I mesi migliori per acquistarla sono quelli che vanno da maggio ad agosto, vi consiglio una mia ricetta per gustarla al meglio: Capesante gratinate

Tutto qui?! No, certo! Da Brava Chef a domicilio vi regalo un’idea in più, anche se fa molto anni ’80: conservate le valve! Sono carine per presentare insalate di mare o antipasti di mare in genere.

Lavatele molto molto bene con detersivo per piatti, quindi lasciatele a bagno in acqua e bicarbonato o acqua e aceto, anche per deodorarle un pò. Asciugatele perfettamente e conservatele in una scatola chiusa ermeticamente.

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Primavera – Pasqua – Carciofi alla romana…non posso esimermi dal presentarvi una ricetta con questi ortaggi che io adoro! In più sono salutari, saporiti e semplici da preparare. Forse l’unica operazione più antipatica è la pulizia del carciofo, ma se proteggerete le mani con i guanti ed utilizzerete dei semplici accorgimenti ci vorrà un attimo.

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Innanzitutto per questa ricetta dovrete acquistare i carciofi detti mammole, quelli tondi tondi cicciotti cicciotti.
Perciò vediamo cosa vi occorre per 4 persone:

  • 4 carciofi mammole
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 6 cucchiai di pangrattato
  • sale e pepe q.b.
  • olio evo q.b.

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Pulite i carciofi togliendo via le foglie esterne più coriacee e parte del gambo lasciandone solo 2 o 3 cm. Quindi con uno spelucchino, pulite il gambo e tagliate le foglie esterne in maniera circolare ottenendo solo il cuore del carciofo.

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Apritelo ben bene e privatelo del “fieno” interno per bene. Tenete i carciofi a bagno in acqua e limone.

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Preparate il “ripieno” tritando le foglie di prezzemolo assieme all’aglio privato del germe interno ed ottenendo un battuto che mescolerete al pangrattato, sale, pepe e 4 cucchiai di olio extra vergine.

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Inserite il condimento al centro dei cuori di carciofo.

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Riscaldate una casseruola con un cucchiaio di olio e inseritevi i carciofi a testa in giù. Aggiungete un bicchiere di acqua e coprite. Cuocete per circa 30 minuti o fino a cottura.
Buoni buoni buoni …

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Una ricetta super sfiziosa col pollo, il petto in questo caso, veloce e anche light! Degli spiedini di pollo veloci e saporiti da mangiare anche con gli amici, servire come un aperitivo stuzzicante o da fare in quantità pantagrueliche per una cena con gligliata, magari all’aria aperta.

Iniziamo col preparare gli ingredienti per 4 persone:

  • 1 petto di pollo a fette
  • 1 arancia
  • 1 limone
  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 pezzetto di zenzero fresco
  • sesamo bianco a volontà
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
  • sale e pepe
  • stecconi di legno o di acciaio

Niente di più facile: Tagliate le fette di pollo a straccetti, stretti e lunghi.

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Preparate una marinata con il succo e la scorza dell’arancia, la scorza del limone ed il succo di metà, con il succo dello zenzero che otterrete così: sbucciate e quindi grattugiate lo zenzero fresco (con lo zester è meglio) ponete la polpa tra due cucchiaini e strizzate bene bene. Aggiungete anche il miele, sale e pepe e marinate gli straccetti per una mezz’ora almeno.

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Infilzate gli straccetti sugli stecchi avvoltolandoli su se stessi, passateli nel sesamo e tenete da parte.

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Arroventate una piastra antiaderente e cuocetevi gli spiedini finchè saranno per dorati.

Se decidete di fare questa preparazione alla brace, bagnate ben bene gli stecconi di legno in acqua tenendoli a bagno per un pò prima di usarli sennò rischiate di cenare coi vigili del fuoco ;-P

Io li ho serviti accompagnati ad un crostone con peperoni saltati in padella ed olive nere di Gaeta

(Curiosità: Lo zester è una grattugia a manico che taglia, non strappa-per la scorza degli agrumi ho usato un rigalimoni perchè volevo che fosse ben presente)

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Non è il caso di restarci di ghiaccio, in effetti: sono solo consigli, piccoli ma utili, per usare al meglio il nostro frigidaire e curarlo in modo che viva più a lungo.

Parlando di cucina non possiamo fare a meno di parlare dell’elettrodomestico più usato ed ormai necessario che abbiamo: Il frigorifero!

E su questo argomento vi assicuro che nella mia intensa anche se breve carriera di Chef a domicilio ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare!

Enormi e lucenti, con macchine per il ghiaccio o distributori per le bibite fredde, coloratissimi o argentati, incassati o free standing, ma anche piccoli, scassati e puzzosi, ahimè!

Lo so! Lavare il frigo è un pò come stirare: meglio una marcia col piumino in agosto!

Ma, mentre concordo con voi sul fatto che per stirare c’è sempre tempo, non posso transigere sulla pulizia del frigo!

Non esiste proprio! Il frigorifero è uno dei luoghi dove più facilmente possono proliferare i batteri che possono indurre terribili intossicazioni.

Ecco alcuni consigli che vi aiuteranno a risolvere il problema velocemente e per bene:

  1. Pulite i cestoni della verdura ogni qual volta comperate frutta o verdura fresche: svuotateli, eliminate i residui, lavateli con detersivo per piatti e sciacquate molto bene. Asciugate prima di riporvi le verdure e, per ovviare al deperimento dei prodotti, date precedenza alle verdure più stantie ed usatele per prime.
  2. Tenete il foro di uscita dell’acqua di sbrinamento sempre sgombro e pulito per evitare accumuli di sporco o acqua ed allagamenti.
  3. Controllate quotidianamente – o almeno ogni paio di giorni – i cibi conservati per evitare muffe (attenzione ai formaggi) o il deperimento di prodotti che possano causare danni e odoracci…troverete quel barattolino di maionese semivuoto, una crosta di formaggio puzzone, una zucchina rinsecchita e triste…
  4. Deodorate il frigo con bicarbonato e sale o mettendo all’interno una ciotolina aperta contenente i fondi del caffè (fatelo anche prima di andare in vacanza, col frigo ben pulito, anche se non lo spegnete…lo troverete sorridente!)
  5. Non conservate in frigo cibi caldi. A tal proposito sfatiamo un mito: il frigo non si rompe, si affatica certo perchè deve portare il cibo ad una temperatura bassa partendo da una molto, troppo alta. Il problema vero è che la presenza di cibi caldi, vapore etc all’interno del frigo può provocare la proliferazione di batteri nocivi. Non lo fate. Se dovete freddare qualcosa velocemente, mettetela in un bagnomaria freddo con acqua e ghiaccio.
  6. Conservate tutti i cibi crudi o cotti che siano in maniera adeguata, il più possibile chiusi ermeticamente o in contenitori appositi. Carni, pesci e salumi nel ripiano più basso, subito sopra le verdure, che è quello più freddo. I cibi cotti e gli altri prodotti nelle griglie a salire. Le uova in alto nella propria confezione. Latte, bibite, burro, salse etc nello sportello.
  7. Sbrinatelo di tanto in tanto.
  8. Pulitelo il più possibile con prodotti naturali come soluzioni di acqua ed aceto o acqua e bicarbonato.

Il vostro amico ve ne sarà grato ed anche la vostra salute.

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Finalmente la tanto sospirata Primavera è arrivata!

E con essa, parte la mia nuova propostafeste all’aria aperta, stile Pic-nic o dejeuner sur l’herbe che dir vogliate.

Mi sono fatta ispirare dai miei pittori preferiti, gli Impressionisti, e dalla “voglia di caldo che arriva piano” 😀

Trovate tutti i dettagli nella sezione Small Catering del mio sito, ovviamente corredati di foto.

Se poi avete in programma escursioni all’aria aperta, la soluzione ideale per voi è ordinare un menu picnic completo conSapienza a domicilio! Un cesto dal sapore vintage ricco di cose buone e genuine, goloso e pratico … visitate la sezione Dolci e box gastronomici per i dettagli e le foto.

Attenzione! Non troverete un menù in quanto, come sempre nel mio stile, il “menu” sia del vostro dejeuner sur l’herbe sia del vostro cestino take away li concorderemo insieme: potrete scegliere delle preparazioni dal mio blog, ad esempio, o stabiliremo assieme cosa troverete sulla vostra tovaglia a scacchi assecondando e favorendo i vostri gusti, necessità, intolleranze alimentari, voglie etc etc

Di certo vi dico che troverete piatti, tovaglioli e posate compostabili ed eco-compatibili in rispetto della Natura!

Intanto perchè non vi fate un giro nelle sezioni Street food e Panini e torte rustiche? E per i più piccoli qualche ricettina sfiziosa che li stuzzichi tra una corsa in bici ed un calcio ad un pallone! Ispiratevi 😉

Sabato 22 e domenica 23  potrete approfittarne anche godendo delle meraviglie aperte grazie al FAI! Io lo farò 🙂

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Non sono in partenza per le Indie alla ricerca di spezie preziose e profumate nè per un viaggio intorno al mondo a bordo di un veliero…ammazza se mi piacerebbe!

No…oggi vi propongo un filetto di Salpa in crosta di pepe di Sichuan e scorza di agrumi.Vado al supermercato, me lo propongono, costa poco, non l’ho mai preparato nè mangiato…è una sfida! Ed io l’affronto così…per due:

  • una salpa media
  • 5 gr di pepe di Sichuan
  • 1 arancia non trattata
  • 1 limone non trattao
  • prezzemolo fresco
  • olio extra vergine di oliva

La Salpa è un pesce che ricorda molto il cefalo, come tipo di carni, anche se è erbivoro, ermafrodita -nasce  maschio per poi divenire femmina- ed ha un’aspetto molto “elegante”: un corpo argenteo con grosse squame attraversato da dieci strisce dorate…l’ho fotografata per voi.

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La preparazione che vi propongo è molto semplice: una volta sfilettata la salpa sarà pronta, in un baleno, una portata profumatissima.

Sfilettate dunque il pesce -o fatevelo sfilettare dal pescivendolo- private i filetti della pelle e sistemateli in una teglia antiaderente cosparsa con un cucchiaio di olio evo.

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Pestate bene il pepe di Sichuan in un mortaio e cospargete i filetti con un filino di olio, il pepe pestato ed unite la scorza di arancia e limone ed il prezzemolo tritato.

Infornate a 180° in forno ventilato per circa 10 minuti.

Profumatissimo!

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Fonte foto sxc.hu

Sono forse uno egli alimenti più usati -ed abusati- in assoluto! Non mancano mai in frigo e vengono considerati un salvacena ideale, da una frittata e via! Sono una Chef a domicilio, di frigoriferi ne ho visti tanti: mai sprovvisti di…UOVA!

L’uovo viene usato in innumerevoli preparazioni culinarie, non solocome base della ricetta ma soprattutto in altre. Che siano ricette dolci o salate, l’uovo compare spessissimo: anche troppo!

Si perchè, se in tempi addietro l’uovo arricchiva una preparazione di proteine a basso costo, in un’epoca come quella attuale dove non siamo malnutriti e non facciamo più lavori pesanti, talvolta sarebbe meglio ometterlo.

Per intenderci, se nell’Italia di 50 anni fa l’ovetto sbattuto con lo zucchero a colazione serviva e faceva bene, oggi non lo darei mai ad un bimbo che magari ha già la sua merendina nello zainetto.

Lo eliminerei anche da altre preparazioni dove non è necessario: dalle farciture di polpettoni e talvolta anche dagli impasti degli stessi, dalle “lucidature” di torte e focacce salate -dove lo sostituirei con olio o latte- dai ripieni di paste al forno etc.

Semplicemente perchè, non tutti lo sanno o lo ricordano, un uomo adulto dovrebbe mangiare massimo due uova alla settimana!!! Non iniziate a contare sulle dita quante ne avete mangiate settimana scorsa…non riuscireste a completare il conteggio in quanto ne avrete mangiate di “occulte” sicuramente!!  Tagliatelle all’uovo? Una fetta di crostata? Quel muffin pazzescamente buono? … pensateci! Ne avrete mangiate un 22???!!! Non esagero, scherzo…ma in realtà limitarle farebbe bene al nostro colesterolo. Non intendo dire che vadano escluse del tutto, per carità! Ma va effettuata una rotazione con altri cibi proteici.

Talvolta basterebbe evitare il tuorlo ed usare solo l’albume -che serve a legare impasti e consistenze grazie all’albumina- e ad ottenere l’effetto desiderato senza caricare di colesterolo le preparazioni.

Un altro punto dolente delle uova è la questione conservazione ed igiene: le uova possono essere davvero sporche e pericolose!!

  • Andrebbero conservate in frigorifero, meglio non nella porta dove incautamente c’è il contenitore forato apposito, ma nella loro confezione ed a 4\5°.
  • Non lavatele appena comprate perchè sono rivestite da una pellicola protettiva che serve alla conservazione in modo che non vengano “attaccate” da germi o altro, anche nel frigo.
  • Casomai lavatele subito prima di usarle ed asciugatele.
  • Non spaccate l’uovo direttamente contro il contenitore in cui stai preparando l’impasto.
  • Non fate cadere pezzi di guscio nell’impasto…anche se poi li togliete.
  • Evitate che albume e tuorlo tocchino troppo la parte esterna del guscio mentre aprite l’uovo.
  • Aprite l’uovo prima in una ciotola per valutarne anche la freschezza e poi adoperatelo. Controllate che l’albume sia ben vischioso e consistente: se è troppo liquido buttate via!
  • Lavatevi sempre le mani dopo averle toccate e pulite i piani di lavoro.
  • Evitate preparazioni a base di uovo crudo, come la maionese o il tiramisu. Esistono degli accorgimenti per la pastorizzazione anche casalinga dell’uovo -come usare uno sciroppo di zucchero a 121° nei tuorli per ottenere la base pastorizzata per la crema tiramisu.

Difendete la salute vostra e dei più piccoli…è l’uovo di Colombo!

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Per questa ricetta mi sono ispirata alle atmosfere ed ai sapori tex-mex: carni, legumi e sapori piccanti.

E’ una ricetta abbastanza veloce nella preparazione, richiede solo un pò di cottura, ma nemmeno troppa. A differenza della tradizionale ricetta del chili con carne alla messicana che viene stracotta e risulta essere quasi una zuppa, io amo lasciare le verdure croccanti e quindi cuocere il necessario. Non la si può consigliare a palati delicati in quanto piccante e ricca di ingredienti “pesanti”, dai fagioli ai peperoni.

Per due\tre buone forchette, procuratevi:

  • 200 gr di carne di manzo (o di maiale) macinata
  • 200 gr di fagioli rossi o neri (anche i borlotti vanno bene) già cotti
  • 1\2 peperono rosso
  • 1\2 peperone verde
  • 1 peperoncino piccante e in polvere
  • 1 cipollotto fresco
  • 1 spicchio di aglio
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • sale q.b.
  • 100 gr di passata di pomodoro

Tritate il cipollotto e mondate lo spicchio di aglio, privandolo anche del germe interno.

Affettate i peperoni e riduceteli in piccoli cubetti.

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Rosolate cipollotto e aglio con olio e peperoncino in abbondanza -o secondo i vostri gusti- finche l’olio sarà ben intriso del loro profumo.

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A questo eliminate l’aglio ed il peperoncino ed aggiungete i peperoni facendoli insaporire.

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Quindi mettete in padella anche la carne, sgranandola bene con la paletta o con una forchetta. Se volete un sapore particolarmente piccante, lasciate il peperoncino.

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Rosolate molto bene, quindi aggiungete i fagioli scolati dall’acqua di cottura -sia che li abbiate cotti voi sia che li abbiate comperati in scatola- aggiungete la passata di pomodoro, sale e altro peperoncino in polvere, se ci sta, e portate a cottura.

Servite rovente con crostoni di pane all’aglio, se lo amate, o semplici e vino rosso corposo.

 

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Se vi piacciono i sapori forti questo piatto vi rapirà con la sua semplicità! Un piatto che ha gli odori del mio sud, velocissimo da preparare e saporito davvero. Forza, ai fornelli con:

  • 160 gr di orecchiette maritate
  • 1\2 cespo di catalogna spigata
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 pezzetto di peperoncino piccante
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • sale q.b.
  • 50 gr di parmigiano grattugiato

Innanzitutto: ho scelto le orecchiette maritate…cosa sono? Si tratta di orecchiette e caserecci (detti anche maccheroni al ferro) tipici formati di pasta di semola di grano duro pugliesi che vengono venduti assieme. Io ne avevo un pacco acquistato in Puglia … et voilà! Cuociono tanto, 11\12 minuti ma sono ruvidi e ricchi di amidi quindi aiutano nella mantecatura finale. Uno spettacolo per il palato.

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Procediamo mettendo a lessare la pasta. Quindi pulite, lavate, mondate la catalogna e tagliatela in pezzi, quindi ponete a rosolare aglio privato del germe interno e peperoncino in 3 cucchiai di olio evo.

Quando l’olio si sarà infuso degli aromi, toglieteli e cuocete la catalogna, facendola saltare ed insaporire per bene.

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Con il parmigiano grattugiato e un pochino di acqua di cottura della pasta, ricavate una fondutina densa.

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Saltate la pasta, che avrete scolato al dente, nella verdura insaporita ma ancora croccantina ed impiattate aggiungendo la fondutina che smorzerà i sapori forti addolcendo un pò.

Vino rosso!

Fonte foto scx.hu

Fonte foto scx.hu

Mi credete se vi dico che mai proverbio fu più azzeccato? Nooo! Non mi riferisco a persone nè tantomeno a me…no, mi riferisco propio all’erbetta in questione, al prezzemolo.

Il proverbio, napoletano, riporta a quello che, lavorando come chef a domicilio, mi capita spesso e volentieri:  mentre sto preparando un piatto, è immancabile la classica domanda: non metti un pò di prezzemolo??!

Da qui, “pretusino ogni menesta!”

Ok! E’ assodato che

  • è antiossidante
  • aiuta a lenire le punture di insetti ed il mal di denti
  • è diuretico ed aiuta ad abbassare la pressione alta
  • è ottimo per pesti e condimenti (avete provato gli  Scialatielli alla Sofia?)
  • ed è, assieme al basilico,  indiscusso principe della top ten delle erbe!

Non si sa però che il consumo eccessivo può comportare contrazioni della muscolatura liscia di intestino, vescica ed utero per esempio, tanto che in passato veniva usato per provocare l’aborto… non lo sapevo neanch’io!

Non tutti lo digeriscono bene e spesso se ne abusa come unico “odore” consentito.

La verità sta sempre nel mezzo, per restare in tema proverbi: usiamolo dunque ma alterniamolo anche ad altre erbe o spezie … se non lo avete mai fatto, sperimentate!

Un consiglio pratico però ve lo do: in mancanza di limone, utilizzate il prezzemolo come antiossidante per esempio quando pulite i carciofi e li tenete a bagno per non farli annerire…funziona!

Ed usate i gambi assieme ad aglio, olio e peperoncino per la classica spaghettata di mezzanotte: un profumo in più niente male! E con questo, i consigli passano a due ;-P

Appuntamento a lunedi con la prossima pillola 🙂