Quanto mi piace fare il brunch!!! Lo sapete ormai, l’avrò detto un milione di volte, a partire dal mio primissimo post 🙂
Perciò mi piace sperimentare anche ricette che provengono dagli States, ad esempio, come questa che vi propongo…anche se adoro vederla fare da Nigella Lawson, o da Jamie Oliver, inglesi e non americani ;-P
Ho provato i pancakes per un mini brunch privato, per me e mio marito, che ci siamo dedicati il giorno prima di partire per le nostre vacanze.
Ma perchè non organizzare un brunch per salutare l’estate e ritrovare gli amici? Un rientro che sa di vacanze e ci accompagna con dolcezza agli impegni lavorativi. Anche per i bambini, in vista della scuola, può essere carino organizzare un incontro con i compagni in modo da rendere più lieve il rientro.
Intanto vi do la ricetta e procediamo:
– 300 ml di latte intero
– 2 uova grandi
– 30 gr di burro
– 225 gr di farina
– 1 cucchiaio di lievito
– 1 cucchiaio di zucchero semolato
– 1 pizzico di sale
– burro per cuocere q.b.
– miele q.b.
– frutta fresca q.b.
– marmellata a piacere

Se volete farli alla maniera di Nigella, “schiaffate” tutto nel mixer et voilà!!!

Io faccio così: in una ciotola media mescolate zucchero, farina, sale e lievito. In un’altra ciotola unite il latte, il burro fuso e le due uova sbattute e mescolate bene. Quindi unite gli ingredienti “liquidi” alle farine e mescolate ben benino.
Fate riposare un pò il composto, un cinque minuti.

Scaldate una piastra antiaderente e pennellata leggermente con burro. Con l’aiuto di un mestolino, versate il composto in piccoli mucchietti che si allargheranno un pò: quindi distanziateli.

Fate cuocere da un lato finchè si formeranno delle bollicine in superficie, a questo punto munitevi di paletta antiadenrente e voltateli dall’altro lato.
A mano a mano che li cuocete poneteli in un piatto, uno sull’altro.
Il quantitativo muta a seconda del diametro, diciamo che ne otterrete una quindicina di 10\12 cm di diametro.
Serviteli accompagnati a frutta fresca, miele – magari integrale o di arancia – o sciroppo d’acero se vi va, oppure marmellata di vostro gusto.
I pancakes sono molto spugnosi ed assorbiranno il miele, lo sciroppo o la marmellata diventando…sluuuurpppp!! Enjoy!

A me e a mio marito piace molto il pesce, perciò, avrete notato, ne cucino tanto e sono sempre alla ricerca di ricette veloci e sfiziose.
Questa è una di quelle da ultimo minuto: basta avere i filetti già pronti et voilà!
Io la preparo in padella, ma nulla vieta che possa essere finita in forno.
Ingredienti per due persone:
– 2 filetti di spigola grandi (o 4 piccoli)
– 1 cipolla di Tropea grande
– olio extra vergine
– sale e pepe
– una manciata di olive nere di Gaeta
Pulite e lavate i filetti di pesce, privateli di tutte le lische e della pelle – se avete un buon pescivendolo, carino e simpatico, lo farà per voi.
Affettate la cipolla sottilmente e mettetela per due minuti in acqua fredda e sale.
Snocciolate le olive nere.

In un padellone, scaldate poco olio e rosolatevi le cipolle scolate bene benino, con poco sale.
Unite i filetti di spigola e fare cuocere, sfumando con pochissimissimissima acqua, salate, pepate e portate a cottura.
Aggiungete le olive nere, un minutino e servite 😀
10 minuti netti e siete in tavola…enjoy!

Non è una parolaccia!! Checchè??!! Si tratta di un piatto vegetariano, tutto a base di ortaggi, molto amato in Campania…anche dal mio mito, Eduardo De Filippo, il Maestro.
Eduardo si dilettava molto in cucina, con piatti tradizionali ed un pizzico della sua creatività.
E anche in cucina aveva ed ancora ha da insegnarci tanto, attaverso il libro di Isabella Quarantotti De Filippo “Si Cucine comme vogli’i…”, dove la Moglie riporta le sue ricette, e soprattutto nella spontaneità, controllata e diretta, che la cucina deve avere.
In cucina, più che in pasticceria dove tutto è regole, numeri e matemetica precisione, si può e si deve improvvisare e anche se viene a trovarti d’improvviso Franco Zeffirelli con Laurence Olivier ed entourage…mai perdersi d’animo!!
Eduardo è famoso per quella che sembra spontaneità nei gesti e nella mimica che altro non era se non frutto di uno studio attento e rigoroso del personaggio. E così anche in cucina, io credo che il Maestro conoscesse alla perfezione i prodotti che consumava ed acquistava dai piccoli fornitori del luogo e che ne fosse talmente amante da presentare in tavola prodotti che, come la stessa Signora De Filippo dice, nessun ristorante avrebbe servito, perchè “poveri”.
Ed è per questo che vi propongo questo piatto, povero forse, ma ricchissimo di storia, amore e passione. Come ogni piatto “povero” la bontà, la differenza, la fanno gli ingredienti: scegliete i migliori e sfamerete un re!
Vi pubblico la ricetta, con gli ingredienti e le quantità che la Signora Isabella dà nel libro:
– 1 kg di peperoni
– 1 kg di melanzane
– 1\2 kg di pomodori
– 1\2 kg di cipolle
– 1\2 kg di patate
– 200 gr di olio
– basilico abbondante
– (io metto anche le zucchine)

Ed ora il mio procedimento ispirato alla ricetta del Maestro:

Tagliate gli ortaggi a pezzi, non troppo grandi, sfogliate le cipolle (io ho utilizzato quelle di Tropea, più dolci) e tenetele in acqua così come per le melanzane che metterete in acqua e sale.
Riscaldate l’olio in un padellone o in un tegame antiaderente.
Iniziate a rosolare le cipolle quindi unite i pomodori in pezzi (io ho usato della passata ricca e l’ho aggiunta quasi alla fine depo aver rosolato gli ortaggi)

Quindi aggiungete gli altri ortaggi – strizzate le melanzane – e tanto basilico spezzettato con le mani. Portate a cottura col coperchio, quindi fate evaporare e restringere il liquido solo alla fine.
E, se volete ricordare quel pranzo tra Grandi sull’isola di Capri, servitela fredda con treccioni di mozzarella, ricci di mare freschi con limoni appena colti come antipasto, pesche gialle, fichi ed uva…un pranzo da Maestro!

Pancia mia fatti capanna!!!! Non avete idea della bonta, friabilità, dolcezza e sapore…una squisitezza che sa di mare, sole e vento ;-P
Se sei nel Salento, oltre alla puccia, al Negramaro ed al Primitivo, al pesce fresco etc etc etc non puoi non mangiare anche il pasticciotto…tanti pasticciotti!

Si tratta di una sorta di crostata, coperta – gli americani la definirebbe pie – ripiena di morbidissima crema pasticcera (per la verità l’ho mangiato anche al cioccolato, con aggiunta di crema di nocciole…e non ve lo dico proprio!!!)
Vi posto la ricetta della torta pasticciotto che estrapolo da un libro che ha accompagnato le mie vacanze salentine. Si intitola “Una frisella sul mare – canzoni, ricordi e ricette da spiaggia”
E’ stato scritto dalla crew gastronomica di Fornelli Indecisi e racchiude i ricordi da spiaggia degli autori, le canzoni da falò più amate … che hanno il potere di riportarti indietro nel tempo – e ricette da ombrellone.
E’ stato bello averlo con me, tra sole, mare e ientu. Grazie a tutti loro 🙂
Allora!
Torta pasticciotto – ricetta di Alessandra Aurelio:
Ingredienti per la frolla:
– 500 gr di farina 00
– 250 gr di zucchero (io vi consiglio quello extra fine)
– 250 gr di burro o strutto (più saporito, rende l’impasto ancora più friabile)
– 2 tuorli + 1 uovo
– scorza di limone
– 1\2 bustina di lievito chimico(pane angeli, bertolini…fate voi)
Ingredienti per la crema:
– 1 lt di latte intero
– 4 tuorli
– 8 cucchiai di zucchero (all’incirca 160gr)
– 8 cucchiai di farina
– scorza di limone
– amarene a piacere

Preparate la classica frolla impastando tutto insieme. Mio consiglio: dividete la frolla in due parti e schiacciatele in due panetti, avvolgeteli nella pellicola prima di metterle in frigo per un’oretta.
Scaldate il latte senza portarlo a bollore, intanto mescolate i tuorli con lo zucchero rendendoli spumosi, aggiungete la farina ed il latte poco per volta quindi la scorza di limone.
Cuocete a fuoco lento e fate freddare in frigo coperto con pellicola a contatto.
Rivestite una teglia – magari antiaderente – con metà frolla, riempite con la crema e con le amarene, se vi va(secondo me ci stanno benissimo! Danno uno sprint in più. A Lecce li ho mangiati senza, a Napoli lo facciamo con le amarene, la ricetta di Alessandra le indica come facolative…scegliete voi).
Stendete la pasta frolla rimanente e coprite la torta, schiacciando bene il bordo tutt’attorno.
Infornate a 200° – 220° per circa 40 minuti.
Per ora vi posto le foto delle mie colazioni salentine…appena la farò a casa, vi posterò le foto della torta 😉 enjoy! e grazie ai Fornelli Indecisi e…

retro di copertina del libro

Vacanze in Salento – 5 giorni meravigliosi – con lu sole, lu mare e lu ientu!!
Come non farvi un resoconto culinario? Non posso esimermi!!
Lasciando da parte le ricette più impegnative di primi, secondi, pesce freschissimo e profumato, ciceri e tria(pasta e ceci), varie ed eventuali, oggi vi racconterò di una ricchezza della nostra terra: il vero street food è nato qui! In Italia! Ne ho già parlato e ne sono straconvinta.
E , quindi, oggi Puccia Salentina, leccese in questo caso. 
La potrete trovare in tutto il Salento e, con qualche mini variante, anche nella zona di Matera.
In effetti, volendo minimizzare, la puccia altro non è che un saltimbocca di pasta pizza, cotta in forno – meglio se a legna – e farcita fredda.
In realtà è uno spettacolo!!! Io l’ho mangiata all’Angolino di Via Matteotti, a Lecce…dopo tanta, tanta fila, io e mio marito ci siamo “arricreati”!!!
Lo si potrebbe chiamare anche italian fast food…ma tanto fast non è! Non solo per la coda, ma soprattutto per i gesti lenti, misurati, amorevoli con cui viene preparata…quasi un rito antico, da ripetere all’infinito.
La cosa si svolge così: non c’è un menu ma un banco pieno di ciotole di ceramica colme di delizie … peperoni sott’olio e sott’aceto, tonno sott’olio, rondelle di olive verdi in salamoia, melanzane e zucchine arrostite, cime di rape ripassate, insalata russa, pomodori secchi, funghi trifolati e funghi misti sott’olio, prosciutto cotto, mozzarella fresca e forse dimentico qualcosa…
Aspettando aspettando abbiamo assistito a richieste di farcitura più o meno condivisibili: pareva che il mood della puccia fosse “mettici dentro di tutto e prova a non scoppiare”!!! 
Ho sentito ordini raccapriccianti – tipo cime di rape, funghi, pomodori secchi e … insalata russa!!!! Nun se po’!! E non si è fatto…il “pucciaro” si è opposto all’obbrobbrio 😀
Insomma, scovata una ricetta ve la posto…è come fare la pizza, stesso amore, stessa cura…enjoy!
Ingredienti:
– 1 kg di farina di grano tenero
– 500 ml di acqua tiepida
– 1 cubetto di lievito di birra fresco
– 40 ml di olio
– 12 gr di sale
Sciolto il lievito in metà acqua – io aggiungerei un pizzichino di zucchero per aiutare la fermentazione dei lieviti – impastate con la farina aggiungendo l’olio e la restante acqua in cui avrete sciolto il sale: sale e lievito non devono mai incontrarsi direttamente!
La pasta va lavorata a lungo, quindi lasciata a lievitare per un paio di ore, come sempre nel forno con la luce accesa o nel microonde, coperta con un canovaccio pulitissimo.
Quando sarà lievitata, dividetela in palline da 200 gr circa – o più piccole, se preferite –  e fatele lievitare ancora.
Quindi, schiacciatele bene ben, magari con le mani, e cuocetele per circa 15′ a 220° … sfornatele ben cotte  e croccanti, fatele freddare un pò e farcitele a piacere. 
Io ho preferito mozzarella, tonno, zucchine e olive – per mio marito aggiunta di pomodori secchi 😉 
enjoy!
P.S. … dimenticavo qualcosa: la nutella! La preparano anche così, nella scia di questa voglia di unire dolce e salato a tutti i costi, pizza e puccia dolci…si è capito che non condivido, ma vi do una dritta, presa direttamente dall’Angolino: cuocete la puccia, non completamente, quindi apritela, farcitela con la nutella e finite di cuocerla! 1 per 4 persone… Loro fanno così 🙂